Paolo Grossi ha segnato la storia del diritto italiano con importanti innovazioni: sino al suo arrivo, nel mondo universitario la storia del diritto era storia del diritto medioevale; con lui quel "grande polmone storico" si apre al moderno e sino al contemporaneo, e muta anche-con il suo arrivo al Consiglio Universitario Nazionale - il nome stesso della disciplina accademica.
Alla storia del pensiero giuridico moderno Grossi ha intitolato sin dai primi anni Settanta un Centro studi, fondando anche i Quaderni fiorentini attorno ai quali si è raccolta un'intera comunità scientifica.
Fermamente convinto del dialogo interdisciplinare e della unitarietà della scienza giuridica, Grossi ha applicato la propria attività di studioso a un diritto socialmente orientato -si ricordino in particolare gli studi sulla proprietà collettiva- ed analizzato all'interno della dimensione costituzionale. La Corte costituzionale, ebbe a dire Grossi prima ancora di essere nominato giudice a palazzo della Consulta, è "l'organo
respiratorio dell'ordinamento, il luogo in cui matura l'elaborazione del concetto di ragionevolezza e in cui si commisura la norma del diritto vivente".
Accademico dei Lincei, dei Georgofili e delle Scienze di Torino, la rilevanza di studioso gli è stata riconosciuta con incarichi e riconoscimenti presso innumerevoli istituzioni internazionali, a cominciare dal Max Planck Institut.