Una Corte sempre più "dentro" la realtà

Intervista al Presidente Giancarlo Coraggio

Relazione annuale del Presidente

Presidente, il 2020 è stato l’anno della pandemia. L’emergenza vi ha costretto a rivedere l’organizzazione del lavoro per garantire la continuità della giustizia costituzionale. Dal mese di aprile le udienze pubbliche sono state celebrate anche con collegamenti da remoto, sia di giudici che di avvocati, ed è stata introdotta la firma digitale delle sentenze. I numeri dicono che a fine anno la pendenza si è ridotta e la durata del processo è scesa sotto i 9 mesi, la più bassa dal 2016. Insomma, un quadro con più chiari che scuri. È così?

In effetti, gli obblighi e i limiti imposti dalla pandemia non hanno inciso negativamente sulla “produttività” della Corte, tanto che è diminuito il numero delle cause pendenti. Grazie all’impegno del Segretariato generale e di tutto il personale, è stato possibile effettuare le udienze pubbliche e le camere di consiglio anche da remoto e va sottolineata la disponibilità dei colleghi e del Foro, che si sono rapidamente adattati all’uso di queste tecnologie, pur consapevoli che l’impossibilità di un rapporto diretto e personale − “guardarsi in faccia” − è stato un sacrificio di non poco conto. Non posso non aggiungere, tuttavia, che tutto ciò è stato reso possibile dalla situazione indubbiamente privilegiata della Corte costituzionale rispetto agli altri uffici giudiziari, sia per il numero più limitato dei giudizi sia per le disponibilità finanziarie e strumentali.

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I giudici

Nel 2020 cambia il 20% del collegio. Ben tre giudici lasciano Palazzo della Consulta per scadenza del mandato − Marta Cartabia, Aldo Carosi, Mario Morelli − e altrettanti vi fanno ingresso − Emanuela Navarretta, Angelo Buscema, Maria Rosaria San Giorgio − la prima nominata dal Capo dello Stato e gli altri due, invece, eletti, rispettivamente, dalla Corte dei conti e dalla Cassazione.

Ma tre sono anche gli avvicendamenti alla presidenza: a settembre, dopo nove mesi dalla sua elezione, Cartabia lascia il testimone a Morelli e quest’ultimo, a dicembre, lo passa a Giancarlo Coraggio, che conferma Giuliano Amato Vicepresidente.

Giancarlo
Coraggio

Nato a Napoli il 16 dicembre 1940, sposato con tre figli, è stato eletto giudice costituzionale il 29 novembre 2012 dal Consiglio di Stato, di cui era Presidente da gennaio dello stesso anno. Ha giurato il 28 gennaio 2013 e da quella data ha assunto le funzioni di giudice costituzionale. Nominato Vicepresidente della Consulta il 16 settembre 2020, è stato eletto Presidente della Corte il 18 dicembre dello stesso anno.

  • Giuliano
    Amato

    Nato a Torino il 13 maggio 1938. Professore emerito di diritto pubblico comparato, è nominato dal Presidente della Repubblica il 12 settembre 2013 e giura il 18 settembre 2013. Nominato Vicepresidente il 16 settembre 2020.

  • Silvana
    Sciarra

    Nata a Trani il 24 luglio 1948. Professoressa ordinaria di diritto del lavoro, è eletta dal Parlamento il 6 novembre 2014. Giura l’11 novembre 2014.

  • Daria
    De Pretis

    Nata a Cles il 31 ottobre 1956. Professoressa ordinaria di diritto amministrativo, è nominata dal Presidente della Repubblica il 18 ottobre 2014. Giura l’11 novembre 2014.

  • Nicolò
    Zanon

    Nato a Torino il 27 marzo 1961. Professore ordinario di diritto costituzionale, è nominato dal Presidente della Repubblica il 18 ottobre 2014. Giura l’11 novembre 2014.

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Un anno
in cifre

281
Decisioni
di cui 163
nel giudizio incidentale

La Pandemia non frena l'efficienza

Netto calo dei tempi del processo
Ridotta anche la pendenza

Sono 281 le decisioni del 2020, 10 in meno del 2019. Ma nell’anno segnato dalla pandemia e da una diversa organizzazione del lavoro, salta all’occhio l’efficienza della risposta di giustizia costituzionale. Anche se la domanda è lievemente inferiore rispetto al 2019, la Corte conferma la sua “produttività”: il 2020 inizia con 314 giudizi pendenti; nel corso dell’anno ne arrivano 332 ma ne vengono definiti 342. Il saldo finale è di 304 giudizi pendenti, e segna un -3,2% rispetto al 2019. Si riduce, in particolare, la pendenza dei giudizi incidentali, che passa da 196 a 172 (-12,2%).
Netta è soprattutto la riduzione dei tempi di risposta, i più bassi dal 2016: dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale delle ordinanze in via incidentale fino alla trattazione in udienza passano in media 226 giorni, “un valore significativamente inferiore a quelli registrati negli anni precedenti” scrive il Servizio studi della Corte.

Rapporto 2020 Servizio studi

281
Decisioni
di cui 163
nel giudizio incidentale
Durata media nel giudizio in via incidentale (in giorni)

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Decisioni
del 2020

Processo penale, reati e sanzioni, lavoro, famiglia, ambiente, imposte e molte altre ancora sono le materie nelle quali è intervenuta la Corte costituzionale nel 2020. Numerose le decisioni delle quali è stata data anche tempestiva e puntuale informazione con comunicati stampa. Qui di seguito la sintesi di alcune di esse.

Documentazione completa

Il collegio presieduto da Mario Morelli
Ambiente e paesaggio

Con la sentenza n. 240 si afferma che, nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole ma devono coinvolgere il ministero per i Beni culturali. In particolare, nel procedimento di formazione del piano regionale, occorre un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un’intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio. Con un’altra sentenza, la n. 276, la Corte esclude che la regione Lazio abbia violato la Costituzione nell’ampliare il Parco dell’Appia antica, impedendo la realizzazione di un programma edilizio già approvato dal comune di Marino e dalla Regione stessa.


Camere di commercio

La Corte esclude che vi sia stata una violazione della leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni nel riordino delle Camere di commercio (sentenza n. 169). Infatti, vi sono state plurime interlocuzioni del Governo con le autonomie regionali sul decreto di attuazione della legge delega.


Criminalità mafiosa

Con la sentenza n. 57 si afferma la legittimità dell’estensione delle misure interdittive antimafia all’attività privata delle imprese.

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Attività della Corte

La pandemia ha attraversato, in forme diverse, ben dieci dei dodici mesi di attività della Corte costituzionale, imponendole una “nuova normalità” per garantire la continuità della giustizia costituzionale e per non spezzare il filo tra il “dentro” e il “fuori”, che è stato la cifra dei tre anni precedenti. Ecco, allora, una diversa organizzazione del lavoro, anche con collegamenti da remoto di giudici e avvocati; la firma digitale; le dirette streaming delle udienze e delle conferenze stampa, anch’esse in modalità da remoto; ecco i podcast per divulgare la Relazione annuale e continuare a promuovere la cultura costituzionale; la nascita dell’App della Corte e l’implementazione dell’attività social. Un anno, insomma, ricco di importanti novità, anche nel collegio, con tre nuovi giudici, tre diversi presidenti e, alla fine, quattro giudici donne, il numero finora più alto nella storia della Corte.

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