La relazione
sull’attività della Corte
per l’anno 2022
Le parole chiave: famiglia, minori, parità di genere, pandemia, salute, persona, ambiente, paesaggio, clima, leale collaborazione, solidarietà, persona e autorità, lavoro, previdenza, impresa.
La Presidente Silvana Sciarra, in occasione della Riunione straordinaria della Corte alla presenza del Capo dello Stato e delle più alte cariche, che si è tenuta il 13 aprile 2023 nel Salone Belvedere del Palazzo della Consulta, ha presentato la Relazione annuale sull’attività della Corte costituzionale nel 2022.
“La riunione straordinaria segna con solennità il passaggio del tempo”, ha affermato la Presidente, che ha ricordato come questa sia l’occasione per “una riflessione sul lavoro svolto dal collegio dei giudici costituzionali e da quanti, nella comunità della Corte costituzionale, facilitano l’attività giurisdizionale”.
Partendo dal collegamento con l’Europa e il mondo, la Presidente Sciarra ha rilanciato l’immagine di “una Corte costituzionale vigile e al tempo stesso permeabile, dinamica, proiettata in universi ordinamentali più ampi, sulla scorta delle clausole di apertura all’Europa e al mondo previste dalla nostra Costituzione”. Ha fatto riferimento quindi ad alcune sentenze, “esempi di una giurisprudenza consapevole dell’espansione di orizzonti che il diritto dell’Unione europea offre, anche quando impone limiti agli interpreti nazionali”.
Silvana Sciarra ha poi ricordato il percorso dell’attività annuale attraverso alcune parole chiave fra cui famiglia, minori, parità di genere, pandemia, salute, persona, ambiente, paesaggio, clima, leale collaborazione, solidarietà, persona e autorità, lavoro, previdenza, impresa. Per ognuna di esse ha ricordato alcune delle pronunce più significative redatte nel corso dell’anno. In queste parole si coglie – ha osservato – “la funzione della Corte che assicura il rispetto della Costituzione, costantemente aperta al confronto con il Parlamento, chiamato a dare sviluppo concreto ai diritti”.
Un riferimento è andato anche al ritorno della Corte, dopo la sistemazione temporanea in una sala più ampia a seguito della pandemia, nell’aula di udienza: “Il primo luogo, anche simbolico, della comunicazione e della trasparenza in cui si assiste al rito di una Corte che ascolta, attenta alla persona e alla tutela dei diritti e dei beni primari”. Occasione per sottolineare il ruolo della Corte quale “garante nel rispetto del riparto delle competenze tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome; arbitro nei conflitti tra enti e tra poteri; protesa, nei giudizi di ammissibilità dei quesiti referendari, a tutelare i diritti dei cittadini chiamati a votare”.
In conclusione, riprendendo il raccordo con le due Corti europee – la Corte europea dei diritti dell’uomo e la Corte di giustizia dell’Unione europea – la Presidente ha evidenziato il “sempre più armonico coordinamento delle tecniche argomentative” e il perfezionamento del ricorso ai criteri di ragionevolezza e proporzionalità. “La coerenza fra processi deliberativi”, ha concluso, “serve a rafforzare la democrazia e lo stato di diritto, presupposti ineludibili della creazione della pace”.