La Corte in TV
La Costituzione, la libertà, l’identità personale
Silvana Sciarra
Speciale Rai dedicato al 75° Anniversario
della Costituzione Italiania
La Presidente Silvana Sciarra è intervenuta nello speciale della Rai dedicato al 75° anniversario della Costituzione italiana, che ha ripercorso le tappe che hanno portato alla sua nascita: un ricordo che inizia il 25 giugno 1946, giorno in cui a Roma si sono aperti i lavori della Costituente, assemblea eletta da milioni di italiane e di italiani con il compito di scrivere una nuova Costituzione per la Repubblica nata dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946, e termina con la conclusione dei lavori dell’assemblea nel 1947 e con l’entrata in vigore della Carta del 1° gennaio 1948.
“La Costituzione è una carta viva e vitale” – ha detto la Presidente – “e spetta soprattutto ai giovani mantenerla sempre viva”. Silvana Sciarra ha ricordato poi quanto oggi si affermino fortemente le libertà e i diritti che la Costituzione ci ha trasmesso: “Libertà che come cittadini dobbiamo continuamente difendere e non dare mai per scontate”. La Corte costituzionale lo fa ogni giorno nel proprio lavoro di “giudice delle leggi” e come organo di garanzia. La Presidente ha sottolineato quanto sia importante leggere la Costituzione e le pagine scritte dai nostri costituenti, che ci trasmettono un clima culturale molto vivace, utilizzando una lingua italiana impeccabile, semplice ma al tempo stesso estremamente incisiva. “Emerge in quelle pagine” – ha aggiunto – “la centralità della persona umana, che si afferma come individuo ma anche nei corpi sociali valorizzati dalla Costituzione italiana”. Silvana Sciarra ha ricordato infine, fra i tanti illustri costituenti, Aldo Moro e Giuseppe Dossetti: quest’ultimo “ha scritto pagine meravigliose sul punto”. “Ripercorrendo quelle immagini e quella scrittura” – ha concluso la Presidente – “riviviamo anche le nostre responsabilità come cittadini attenti alla difesa delle libertà e dei diritti”.
Nicolò Zanon
Rai cultura "Alla scoperta del Ramo d'Oro"
Puntata dedicata alla Libertà
La libera espressione del pensiero è poter pensare, poter dire, poter scrivere e manifestare; e la presenza di questa libertà determina quello che siamo come esseri umani e come società. Si è aperto così il dialogo fra il conduttore di Rai Cultura Edoardo Camurri e il Vicepresidente Nicolò Zanon.
Il professor Zanon ha osservato come la prima garanzia della libertà di pensiero sia rappresentata dalla separazione dei poteri, che ne evita la concentrazione in un solo titolare, organo o persona, che potrebbe altrimenti essere portato ad abusarne. Ha poi fatto riferimento all’articolo 21 della Costituzione, che afferma il diritto di manifestare il proprio pensiero, “un pilastro della nostra Costituzione”, definito negli anni dalla Corte costituzionale con parole enfatiche: nel 1969, ad esempio, “pietra angolare dell’ordine democratico”; nel 1971, “il più alto forse dei diritti primari e fondamentali”; nel 1985, “cardine di democrazia nell’ordinamento generale”. Il Vicepresidente Zanon ha ricordato come la prima sentenza della Corte, la numero 1 del 1956, abbia dichiarato incostituzionale una norma proprio per contrasto con l’articolo 21 e come da allora il “giudice delle leggi” abbia difeso più e più volte questo diritto con molte pronunce importanti. Si è poi parlato di tolleranza e di come il concetto di diritto implichi anche quello di limite e quindi la libertà di espressione implichi l’accettazione delle opinioni differenti. Un riferimento è andato anche alla comunicazione attraverso i social network: una evoluzione tecnologica da governare con fiducia, “fiducia nel confronto, nelle idee, nel pluralismo”.
Daria de Pretis
Rai cultura "Alla scoperta del Ramo d'Oro"
Puntata dedicata al diritto al nome e all'identità personale
Partendo dalla domanda “Chi decide come dobbiamo essere chiamati?”, il conduttore di Rai Cultura Edoardo Camurri ha portato la Vicepresidente Daria de Pretis ad affrontare diversi temi, dal linguaggio di genere all’importanza del diritto all’identità.
La professoressa de Pretis ha ricordato la sua scelta di essere chiamata “rettrice”, e non “rettore”, quando era alla guida dell’Università di Trento, prima di essere nominata Giudice costituzionale: “Una piccola o grande battaglia, che mi ha fatto capire l’importanza e la forza del linguaggio”. Ha poi sottolineato quanto siano fondamentali il riconoscimento e la garanzia del diritto all’identità personale, “che ci qualifica e al tempo stesso ci differenzia dagli altri”. Il conduttore ha ricordato l’entrata in vigore nel 1975 del nuovo diritto di famiglia, che ha sancito la parità tra moglie e marito, ma non ha eliminato il principio dell’automatica trasmissione del cognome paterno ai figli. Lo ha fatto invece la Corte costituzionale con la sentenza che, nel 2022, ha dichiarato incostituzionale il principio del patronimico. Oggi – ha spiegato la Vicepresidente – viene adottata la regola dell’attribuzione al figlio dei due cognomi, secondo l’ordine deciso dai genitori, a meno di una loro diversa e concorde volontà. Ma quali sono gli elementi che nella nostra società mettono a rischio il diritto all’identità? Per la Vicepresidente de Pretis “è soprattutto l’omologazione”. “Le differenze e i diritti” – ha concluso – “sono garantiti anche dalla Corte costituzionale, che interviene se i provvedimenti legislativi soffocano la possibilità di coltivare la propria diversa identità”.