La conferenza stampa
Il Presidente Augusto Antonio Barbera:
“La Corte custode attenta della Costituzione.
Ma la Costituzione non appartiene ai custodi. È di tutti.”


Dopo la Riunione straordinaria, il Presidente Augusto Antonio Barbera ha risposto alle domande dei giornalisti nella consueta conferenza stampa.
Su un’eventuale introduzione anche per la Corte italiana della dissenting opinion dei giudici costituzionali, che potrebbe essere espressa e addirittura formalizzata nel caso in cui il Collegio si possa spaccare su una decisione, il Presidente Augusto Antonio Barbera ha risposto facendo riferimento al dibattito in atto da anni, non solo in Italia; ma, tirando le somme, ha poi richiamato il principio inderogabile della segretezza della camera di consiglio cui anche la Corte costituzionale non può sfuggire.
Altro argomento toccato è stato quello legato alle condizioni dei detenuti. “La Corte si è occupata più volte delle carceri, dei permessi premio e dell’ergastolo ostativo”, ha detto il Presidente Barbera e ha aggiunto: “Però vorrei sottolineare un aspetto nuovo perché numerosissime sono state le decisioni con le quali abbiamo ricondotto a criteri di proporzionalità e ragionevolezza alcune sanzioni penali. Non sono decisioni eclatanti. Però mi sento di dire che ormai fanno parte dell’attività quotidiana della Corte”.
Il Presidente ha parlato anche del fine vita, ribadendo che la richiesta inviata al Parlamento di regolare nell’arco di un tempo ragionevole una materia così delicata “non è servente” perché, piuttosto, deve essere intesa come un invito alla collaborazione per individuare quei parametri che devono regolare questa disciplina: “In caso di inerzia del legislatore, comunque, la Corte non potrà non intervenire”.
Il Presidente Barbera, rispondendo alle domande sui conflitti tra poteri dello Stato, ha fatto riferimento, tra l’altro, agli “eccessi valoriali” che talvolta indirizzerebbero l’agire di alcuni magistrati, con le sentenze “costituzionalmente orientate”, e per questo ha anche ribadito la necessità che il giudice si rivolga sempre e in prima battuta alla Corte quando gli aspetti di incostituzionalità sono tali da prefigurare la possibile non applicazione di una norma.
Sull’eventuale modifica della legge elettorale, il Presidente ha confermato il saldo ancoraggio stabilito dalla Corte che, con la sentenza 1 del 2014, ha scolpito la necessità di stabilire una soglia minima per accedere al premio di maggioranza.
Rispondendo a una domanda sull’autonomia differenziata, pur non entrando nel merito della riforma, il Presidente ha fatto osservare che negli ultimi anni è sostanzialmente diminuito il numero dei giudizi in via principale che contrappongono il Governo alle Regioni. “Questa tendenza – ha detto Barbera – fa sorgere un dubbio: siamo in presenza di una maggiore armonia tra Governo e Regioni oppure è un primo assaggio di autonomia differenziata?”.
Come è accaduto in passato ad altri Presidenti della Corte, anche il professor Barbera è stato costretto ad eludere con garbo, ma senza cedimenti, le domande che sollecitavano un suo giudizio di natura politica sui provvedimenti del Parlamento o del Governo nonché a respingere le richieste troppo attinenti a questioni aperte ancora all’esame della Consulta: “Facciamo parte di un organo costituzionale e le opinioni che il Presidente è chiamato ad esprimere devono essere sempre condivise dagli altri giudici. La Corte è un organo costituzionale e le sue decisioni sono collegiali”. Infine, il Presidente Barbera ha fatto riferimento al compito diffuso tra le istituzioni di leggere la Costituzione e, quindi, al ruolo ‘non esclusivo’ della Corte: che è “chiamata ad essere ‘Custode della Costituzione’, ma restando sempre attenta a non costruire, con i soli strumenti dell’interpretazione, una fragilissima ‘Costituzione dei custodi’”.