Le decisioni del 2024

Con le 212 decisioni del 2024 la Corte ha affrontato questioni di grande rilevanza sociale e giuridica, incidendo su temi che spaziano dai diritti fondamentali alla tutela dell’ambiente, dalla giustizia penale all’autonomia regionale. I giudici costituzionali si sono pronunciati in tema di adozioni e parità di genere, spesa per la sanità, sugar tax e NCC. Sul piano ambientale ed economico, la Corte ha valorizzato i nuovi principi costituzionali nel bilanciamento tra la libertà d’impresa e la tutela della salute e dell’ecosistema.


Adozioni - Etá dei genitori

La sentenza 5 ha eliminato il rigido divario di età di diciotto anni tra adottante e adottato in favore di un termine modulabile dal giudice, purché esiguo e corrispondente ad un interesse meritevole di tutela, e ha aperto l’istituto dell’adozione dei maggiorenni, tradizionalmente diretto alla trasmissione del patrimonio e del cognome dell’adottante, al riconoscimento giuridico dei legami affettivi e solidali di fatto già instaurati.


Affetività in carcere - Incontri e privacy

Con la sentenza 10 la Corte ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 18 della legge sull’ordinamento penitenziario del 1975, che impediva ai detenuti non soggetti a regime speciale o a sorveglianza particolare la possibilità di svolgere senza controlli visivi i colloqui con il coniuge, parte dell’unione civile o persona stabilmente convivente o legata da stabile relazione affettiva, quando, tenuto conto del comportamento del detenuto, non ostino ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina, né, riguardo all’imputato, ragioni giudiziarie.


Appropriazione indebita - Entità della pena minima

Con la sentenza 46 la Corte ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il brusco innalzamento della pena minima per il reato di appropriazione indebita, portato da quindici giorni a due anni di reclusione dalla “legge Spazzacorrotti” del 2019. La Corte ha osservato che la discrezionalità del legislatore in materia di politica criminale non equivale ad arbitrio, e che qualsiasi legge dalla quale derivano compressioni dei diritti deve potersi razionalmente giustificare in relazione alle finalità legittime perseguite dal legislatore. Dal momento che un innalzamento così cospicuo della pena per l’appropriazione indebita era privo di qualsiasi plausibile giustificazione, la Corte ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il limite minimo della pena, che è stato così ricondotto a quello precedente di quindici giorni di reclusione.


Assicurazioni sulla vita - Termine di prescrizione

Con la sentenza 32 la Corte ha dichiarato illegittima la disciplina dell’articolo 2952 del codice civile, vigente fino al 2012, che prevede un termine biennale per la prescrizione nell’assicurazione sulla vita decorrente dalla morte dell’assicurato. Il Collegio ha rilevato che il beneficiario potrebbe ignorare la propria designazione e che tale incertezza, unita alla brevità del termine biennale, determina un sacrificio sproporzionato e irragionevole della sua posizione. La sentenza di accoglimento ha quindi ripristinato il termine decennale ordinario.


Attività strategiche - Tutela dell’ambiente

Con la sentenza 105 la Corte ha applicato per la prima volta gli articoli 9 e 41 della Costituzione dopo la riforma del 2022, che ha attribuito espresso rilievo costituzionale alla tutela dell’ambiente e ha stabilito che la tutela della salute e dell’ambiente costituisce un limite alla libertà di iniziativa economica. Sulla base di tali principi, la Corte ha esaminato un decreto-legge che consente al Governo, in caso di sequestro di impianti necessari ad assicurare la continuità produttiva di stabilimenti di interesse strategico nazionale, di adottare misure che consentano la prosecuzione dell’attività produttiva. La Corte ha ritenuto che tali misure possono essere considerate legittime soltanto per il tempo strettamente necessario (comunque non superiore a 36 mesi) per portare a compimento gli interventi di risanamento ambientale.


Autonomia differenziata - Incostituzionalità parziale

La sentenza 192 ha dichiarato costituzionalmente illegittime alcune disposizioni della legge numero 86 del 2024, attuativa dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, riguardante la cosiddetta autonomia differenziata delle regioni ordinarie. La Corte ha stabilito, fra l’altro, che le regioni possono chiedere il trasferimento solo di specifiche funzioni (non di materie) e che debbano giustificare la loro richiesta alla luce del principio di sussidiarietà; inoltre, ha dichiarato illegittima la norma di delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e quella che estendeva l’autonomia differenziata alle regioni speciali.


Braccialetto elettronico - Applicabilità nei piccoli centri

Con la sentenza 173 la Corte ha deciso una questione di legittimità sorta nell’ipotesi di difficoltà tecnica, soprattutto nei piccoli centri, ad assicurare il divieto di avvicinamento tra la vittima e l’indagato nei reati di genere, che prevede una distanza minima di 500 metri. La dichiarazione di non fondatezza deriva dal bilanciamento di interessi in conflitto: al sacrificio relativamente maggiore che deve sopportare l’indagato si contrappone l’impellente necessità di salvaguardare l’incolumità della persona offesa.


Condotte riparatorie - Termini processuali

Con la sentenza 45 è stata sancita l’illegittimità costituzionale dell’articolo 35, comma 1, del decreto legislativo numero 274 del 2000, nella parte in cui stabilisce che, al fine dell’estinzione del reato, le condotte riparatorie debbano essere realizzate “prima dell’udienza di comparizione”, anziché “prima della dichiarazione di apertura del dibattimento”. La Corte ha ritenuto fondata la questione sotto il profilo della violazione del principio di ragionevolezza, osservando, in particolare, l’incoerenza del termine finale previsto dalla disposizione censurata rispetto al ruolo di “mediatore” del giudice di pace e alla finalità di semplificazione, snellezza e rapidità che connota il procedimento di sua competenza.


Conformità fiscale - Albo e ruoli

La sentenza 144 ha respinto le questioni di legittimità costituzionale sulla norma che riserva il rilascio del visto di conformità fiscale a specifici professionisti iscritti in albi o ruoli, escludendo i non iscritti. La Corte ha chiarito che tale riserva, ispirata a valori di utilità sociale e buon andamento della pubblica amministrazione, non viola la libertà economica e di concorrenza, in quanto ragionevole e proporzionata. È anche compatibile con il diritto dell’Unione europea, essendo fondata su un motivo imperativo di interesse generale.


Contratti pubblici - Stazioni appaltanti

La sentenza 174 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una disposizione regionale che, prevedendo un inderogabile punteggio minimo dell’offerta tecnica per l’aggiudicazione dei contratti pubblici, violava il principio dell’autonomia di scelta della migliore offerta da parte delle stazioni appaltanti. Principio potenziato dal Codice dei contratti pubblici del 2023, anche a tutela della concorrenza.


Cura della fibromialgia - Ambulatori e screening

Con la sentenza 201 la Corte ha riconosciuto che non sono incostituzionali le previsioni di una legge della Regione Calabria volte a promuovere l’istituzione, a livello sia ospedaliero sia territoriale, di ambulatori dedicati all’attività gratuita di screening, trattamento e gestione degli esiti della fibromialgia. La Corte ha precisato che la realizzazione di tali prestazioni – pur non ricomprese fra i livelli essenziali di assistenza (LEA) – non contrasta con il divieto di spese non obbligatorie gravante sulle regioni, come la Calabria, sottoposte a piano di rientro dal disavanzo sanitario. E ciò in quanto esse sono attuate dalla regione senza “oneri di spesa a carico del bilancio regionale”, in forza (ed entro i limiti) delle risorse di uno specifico fondo statale istituito nel 2021 nella legge di bilancio per l’anno 2022 e “finalizzato allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia”.


Daspo urbano (atto amministrativo)
Provvedimento del questore

Con la sentenza 47 la Corte ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale sul divieto di accesso disposto dal questore a determinate aree (cosiddetto Daspo urbano) sulla base del “decreto Minniti” del 2017. Secondo la Corte, il divieto d’accesso è legittimo ma solo se disposto in risposta ad un concreto pericolo di commissione di reati rilevabile sulla base della condotta tenuta dal destinatario e non sulla base di generiche ragioni relative alla “sicurezza urbana”, concetto più ampio di quello contemplato dall’articolo 16 della Costituzione quale ragione di possibili limitazioni alla libertà di circolazione, in quanto comprensivo anche del mero “decoro urbano”. In questi limiti, il Daspo urbano rappresenta una scelta espressiva dell’ampia discrezionalità spettante al legislatore in materia e non manifestamente irragionevole.


Decretazione d’urgenza - Requisiti

Pronunciandosi su un decreto-legge che disponeva la cessazione anticipata dalla carica per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche, con la sentenza 146 la Corte ha ribadito che la decretazione d’urgenza è soggetta a limiti costituzionali a tutela della democrazia parlamentare, del ruolo del Parlamento e degli equilibri istituzionali. Ha inoltre sottolineato l’importanza del requisito di omogeneità normativa per evitare leggi disorganiche, tutelando così la certezza del diritto, i diritti individuali e l’ordinato sviluppo economico.


Direttiva Bolkestein - Produzione idroelettrica

Con l’ordinanza 161 la Corte ha sollevato alla Corte di giustizia dell’Unione europea tre questioni pregiudiziali riguardanti l’applicabilità della cosiddetta “direttiva servizi” o “direttiva Bolkestein” alle concessioni per piccole derivazioni idroelettriche. Il giudizio nasce dal ricorso del Presidente del Consiglio contro una legge della Regione Emilia-Romagna che prevede la proroga delle concessioni a particolari condizioni. Lo Stato lamenta violazioni sul riparto di competenze Stato-Regioni e sugli obblighi verso l’Unione europea, in particolare in ragione dell’articolo 12 della direttiva servizi.

I quesiti posti alla Corte UE riguardano: l’applicabilità della direttiva agli impianti idroelettrici, l’uso della distinzione tra grandi e piccoli impianti per valutare la scarsità della risorsa idrica e la compatibilità della proroga con la direttiva.


Diritti degli stranieri - Assegno sociale

Con l’ordinanza 29 la Corte ha sottoposto alla Corte di giustizia dell’Unione europea una questione pregiudiziale sulla compatibilità della normativa italiana in materia di assegno sociale con il principio di parità di trattamento sancito dalla direttiva (UE) 2011/98. In particolare, il Collegio ha chiesto ai giudici di Lussemburgo di chiarire se la limitazione del beneficio ai soli titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, con esclusione dei titolari di permesso unico di lavoro, sia conforme al diritto dell’Unione. La Corte ha rilevato che l’assegno sociale rientra tra le “prestazioni speciali in denaro di carattere non contributivo” ai sensi del regolamento (CE) numero 883/2004, soggette a specifiche condizioni nazionali. Ha inoltre espresso dubbi sulla sufficienza del possesso di un permesso unico di soggiorno per garantire l’accesso a tali prestazioni alle stesse condizioni dei cittadini dell’Unione europea.


Diritti degli stranieri extra UE
Accesso a mutui agevolati

Con la sentenza 53 la Corte ha dichiarato incostituzionale l’esclusione di chi non abbia la cittadinanza italiana o europea dall’accesso a un mutuo agevolato, finalizzato a riqualificare borghi della Valle d’Aosta tramite il recupero di immobili. La Corte ha ritenuto che negare l’accesso al mutuo agevolato ai non cittadini, solo in ragione della loro nazionalità, non abbia alcuna correlazione con la ratio delle misure adottate. Ha inoltre sottolineato che anche i privati, che non sono tenuti a giustificare i motivi delle loro scelte negoziali, quando rivolgono al pubblico un’offerta contrattuale o un invito a offrire, non possono arbitrariamente escludere categorie di soggetti dal contratto o imporre condizioni contrattuali deteriori, che non siano giustificate dalla causa del contratto e che si colorino di tratti discriminatori.


Enti locali: incompatibilità affini e familiari

La Corte, con la sentenza 107, ha dichiarato incostituzionale l’articolo 64, comma 4, del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, nella parte in cui prevede l’incompatibilità per gli affini entro il terzo grado del sindaco o del presidente della giunta provinciale, a far parte della relativa giunta e a essere nominati rappresentanti del comune o della provincia, ove il rapporto di coniugio dal quale il vincolo di affinità è stato determinato sia cessato. Il Collegio ha stabilito che la disposizione viola gli articoli 2, 3 e 51 della Costituzione, in quanto introduce una disparità irragionevole nel diritto di elettorato passivo.


Fermo pesca - Tutela specie ittiche

Con la sentenza 16 la Corte ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale di una legge regionale della Puglia che impone il fermo della pesca di una specie ittica per un certo lasso temporale. Il carattere specifico, temporaneo e territorialmente circoscritto della previsione non rende imprescindibile che il bilanciamento venga operato a livello statale, anche perché la competenza esclusiva dello Stato in materia non è incompatibile con interventi legislativi regionali, mirati a risolvere specifiche criticità locali, in specie quando, nell’esercizio della competenza legislativa regionale residuale in materia di pesca, tali interventi producano l’effetto di elevare localmente il livello di tutela ambientale.


Foglio di via (atto amministrativo)
Provvedimento del questore

Con la sentenza 203 la Corte ha ribadito che la misura di prevenzione del foglio di via, disposta dal questore nei confronti di persone pericolose per la sicurezza pubblica, non restringe la libertà personale dell’interessato, ma semplicemente limita la sua libertà di circolazione. Pertanto, essa non richiede la convalida di un giudice, come prescritto invece dall’articolo 13 della Costituzione per ogni misura restrittiva della libertà personale. Spetterà però al giudice amministrativo e al giudice penale verificarne successivamente nel singolo caso concreto la proporzionalità, che è requisito di legittimità implicito di ogni misura amministrativa o giudiziaria che restringa i diritti di una persona.


Genere “altro” - Discrezionalità del Parlamento

Con riferimento alla mancata previsione della possibilità di attribuire il genere “altro”, diverso da quello maschile o femminile, che viola secondo il rimettente il principio di eguaglianza, il diritto all’identità personale con riguardo all’identità di genere, anche come strumento per la realizzazione del diritto alla salute, la sentenza 143 ha dichiarato inammissibili le questioni perché per l’introduzione del “genere altro” sarebbe necessario un intervento di sistema che rientra nella piena discrezionalità del legislatore. Nel caso di realizzazione del trattamento medico-chirurgico di adeguamento dei caratteri sessuali è irragionevole e dichiarata illegittima costituzionalmente la richiesta di autorizzazione del giudice con sentenza passata in giudicato, anche qualora le modificazioni dei caratteri sessuali già intervenute siano sufficienti per l’accoglimento della domanda.


Giudizio di conto - Ruolo dello Stato

Con la sentenza 59 la Corte ha ribadito che il giudizio di conto è una procedura necessaria rivolta agli agenti contabili, diretta a garantire la legalità nell’uso delle risorse pubbliche. Ha inoltre stabilito che, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, la disciplina del giudizio di conto spetta esclusivamente allo Stato. Pertanto, ha dichiarato illegittima una norma regionale che attribuiva ai consiglieri di amministrazione e ai membri del collegio sindacale delle società partecipate la qualifica di agenti contabili, eccedendo la competenza regionale.


Gratuito patrocinio
Procedura di liquidazione controllata

Con la sentenza 121 la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, per violazione degli articoli 3 e 24 della Costituzione, di due disposizioni contenute nel Testo unico sulle spese di giustizia nella parte in cui, al pari di quanto previsto per la liquidazione giudiziale, non prevedono l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato della procedura di liquidazione controllata, quando il giudice delegato abbia autorizzato la costituzione in un giudizio e abbia attestato la mancanza di attivo per le spese, e nella parte in cui non è prevista la prenotazione a debito delle spese della procedura di liquidazione controllata. 


Impresa familiare - Diritti del convivente di fatto

La Corte, con la sentenza 148, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 230-bis, terzo comma, del codice civile, nella parte in cui non prevede come familiare – oltre al coniuge, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo – anche il “convivente di fatto” e come impresa familiare quella a cui collabora anche il “convivente di fatto”. Ha dichiarato inoltre l’illegittimità costituzionale dell’articolo che, introdotto dalla cosiddetta “legge Cirinnà”, riconosceva al convivente di fatto una tutela più ridotta.


Imprese energetiche - Contributo di solidarietà

La sentenza 111 sul contributo straordinario di solidarietà del 2022 per le imprese energetiche ha precisato che neppure la straordinarietà del momento e la temporaneità dell’imposizione possono essere ritenute un passe partout per qualsiasi forma di imposizione fiscale. La Corte è chiamata ad assicurare il rispetto di una soglia essenziale di non manifesta irragionevolezza, oltre la quale “lo stesso dovere tributario finirebbe per smarrire la propria giustificazione in termini di solidarietà, risolvendosi invece nella prospettiva della mera soggezione al potere statale”.


Immu non dovuta - Immobili occupati

La Corte, con la sentenza 60, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo numero 23 del 2011 (Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale), nella parte in cui non prevede che non sia dovuta l’IMU per gli immobili occupati abusivamente relativamente ai quali sia stata presentata una tempestiva denuncia in sede penale. La questione è stata sollevata dalla sezione tributaria della Corte di cassazione per violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per contrasto con i principi di capacità contributiva, uguaglianza tributaria, ragionevolezza e di tutela della proprietà privata in quanto, per gli immobili abusivamente occupati e di cui sia precluso lo sgombero per cause indipendenti dalla volontà del contribuente, verrebbe a mancare il presupposto dell’imposta, ossia l’effettivo e concreto esercizio dei poteri di disposizione e godimento del bene.


Incidenti sul lavoro - Responsabilità dei congiunti

Il Tribunale di Firenze, chiamato a giudicare di un omicidio colposo per violazione delle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale in relazione alla mancata previsione nell’articolo 529 del codice di procedura penale di una sentenza di non doversi procedere nei processi aventi ad oggetto reati colposi, allorché l’agente, in relazione alla morte di un prossimo congiunto cagionata con la propria condotta, abbia già patito una sofferenza, una pena naturale appunto, tale da rendere inutile ogni ulteriore sanzione. Con la sentenza 48 la Corte ha pronunciato la non fondatezza della questione perché l’istituto della pena naturale non appartiene alla nostra tradizione normativa.


Insindacabilità dei parlamentari
Libertà nel mandato e rispetto della dignità

Con la sentenza 104 la Corte ha stabilito che le dichiarazioni dei parlamentari, anche se rese al di fuori delle sedi istituzionali come sui social media, sono insindacabili ai sensi dell’articolo 68, primo comma, della Costituzione, purché possano essere ricondotte all’esercizio della funzione parlamentare, anche a prescindere dall’esistenza di un previo atto tipico, ed espresse in forme rispettose della dignità dei terzi. La Corte ha sottolineato che l’insindacabilità mira a garantire ai parlamentari la libertà nell’esercizio del mandato, ma non copre espressioni come insulti e minacce, poiché altrimenti l’immunità si trasformerebbe in privilegio.


Jobs act - Tutela reintegratoria

La sentenza 22 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2, primo comma, del cosiddetto Jobs act, limitatamente alla parola “espressamente”. La Corte ha ritenuto illegittima tale disposizione nella parte in cui, nel riconoscere la tutela reintegratoria, nei casi di nullità previsti dalla legge, del licenziamento di lavoratori assunti con contratti a tutele crescenti (quindi a partire dal 7 marzo 2015), l’ha limitata alle nullità sancite “espressamente”.

La Corte, con la sentenza 128 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3, comma 2, del cosiddetto Jobs act, nella parte in cui non prevede che la tutela reintegratoria attenuata si applichi anche nelle ipotesi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo in cui sia direttamente dimostrata in giudizio l’insussistenza del fatto materiale allegato dal datore di lavoro, rispetto alla quale resta estranea ogni valutazione circa il ricollocamento del lavoratore (repêchage).


Lavoro autonomo - Indennità di mobilità

Con la sentenza 38 la Corte ha ribadito che lo svolgimento di un’attività di lavoro autonomo è incompatibile con la percezione rateale dell’indennità di mobilità. Ha pertanto dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate, che contestavano la previsione dell’anticipazione una tantum come unica modalità di corresponsione dell’indennità per i lavoratori in mobilità intenzionati a intraprendere un’attività autonoma. La Corte ha ritenuto che tale previsione risponda a un preciso obiettivo di politica del lavoro, favorendo l’autoimprenditorialità e al contempo contribuendo alla decongestione del settore del lavoro dipendente e alla razionalizzazione delle risorse economiche pubbliche, riducendo gli oneri per l’ente previdenziale.


Limite ai mandati consecutivi dei sindaci

Con la sentenza 196 la Corte ha stabilito che non è manifestamente irragionevole la scelta del legislatore di individuare un limite ai mandati consecutivi dei sindaci basato sulla dimensione demografica dei comuni. Il Collegio ha ribadito che la previsione del numero massimo di mandati consecutivi è una scelta idonea a bilanciare l’elezione diretta del sindaco con l’effettiva par condicio tra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori, il ricambio della rappresentanza politica e la democraticità degli enti locali.


Meccanismo del payback - Contributo per le imprese

Con la sentenza 140 la Corte ha ritenuto legittimo, esclusivamente con riguardo al periodo 2015-2018, il meccanismo del payback, che impone un contributo alle imprese fornitrici di dispositivi medici al Servizio sanitario nazionale come misura solidaristica per garantire la salute in un contesto di crisi economica. La Corte ha giudicato il contributo proporzionato, considerando la riduzione al 48% dell’importo a carico delle imprese, stabilita dalla sentenza 139. Inoltre, ha rilevato che il meccanismo non viola la riserva di legge sulle prestazioni patrimoniali e non ha effetto retroattivo, essendo noto dal 2015.


Ncc e taxi: requisiti conducenti

Con la sentenza 183 la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una norma di una legge della Regione Umbria che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (NCC). La Corte ha evidenziato che il limite della tutela della concorrenza, oggi reso esplicito dall’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, non può ritenersi estraneo all’assetto del riparto di competenze precedente alla riforma del Titolo V. In tal senso, ha richiamato la propria giurisprudenza, che, sin da epoca risalente, ha riconosciuto alla libera concorrenza la natura di vero e proprio principio ordinatore del diritto dell’Unione europea, in grado di imporsi, come tutti i principi della medesima natura, al rispetto anche del legislatore regionale.


Ncc: licenze rilasciate dai comuni

La Corte, con la sentenza 206, ha affermato che “il principio di sussidiarietà non si oppone, ma anzi conferma la possibilità per le regioni di introdurre, nell’ambito della propria competenza legislativa residuale in materia di trasporto pubblico locale, norme che integrano, nel territorio regionale, quelle statali vigenti che declinano il livello di governo di allocazione della funzione di rilascio di autorizzazione al NCC”. Ha quindi ritenuto cedevole la previsione statale, risalente al 1992, che assegna solo ai comuni la possibilità di indire pubblici concorsi per il rilascio delle relative autorizzazioni.


Ncc: regole della concorrenza

Il divieto statale di rilasciare nuove autorizzazioni per il noleggio con conducente fino all’attivazione del registro nazionale delle imprese taxi e NCC ha impedito l’ingresso di nuovi operatori per oltre cinque anni, aggravando la già insufficiente offerta di autoservizi pubblici non di linea. Nella sentenza 137 la Corte ha quindi chiarito che questi servizi sono essenziali per la libertà di circolazione e che la loro carenza ha danneggiato il godimento dei diritti costituzionali delle persone e lo sviluppo economico del Paese.


Non retroattività - Civiltà giuridica

Dichiarando l’illegittimità costituzionale di una disposizione che escludeva retroattivamente una maggiorazione retributiva legata all’anzianità dei dipendenti pubblici, nella sentenza 4 la Corte ha riconosciuto – in piena sintonia con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo – che il principio di non retroattività della legge costituisce un valore fondamentale di civiltà giuridica, anche al di là della materia penale. La Corte ha quindi ribadito che solo ragioni imperative di interesse generale, da valutare con il massimo grado di circospezione possibile, possono derogare a tale principio.


Parità di genere - Concorsi forze di polizia

Con la sentenza 181 la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di alcune disposizioni in materia dei ruoli delle Forze di polizia nella parte in cui distinguono secondo il genere, in dotazione organica, i posti da mettere a concorso nella qualifica di ispettore del Corpo di Polizia penitenziaria. La Corte ha osservato che le discriminazioni nell’accesso al ruolo degli ispettori, “violano il diritto delle donne di svolgere, a parità di requisiti di idoneità, un’attività conforme alle loro possibilità e alle loro scelte e di concorrere così al progresso della società” e, nel discostarsi da criteri meritocratici di selezione del personale, producono “effetti distorsivi che si ripercuotono sull’efficienza stessa dell’amministrazione”.


Pedopornografia - Modulazione della pena

La Corte, con la sentenza 91, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 600-ter del codice penale, nella parte in cui non prevede una diminuzione di pena fino a due terzi per i casi di minore gravità nel reato di produzione di materiale pedopornografico. Il Collegio ha sottolineato che l’assenza di una “valvola di sicurezza” impedisce al giudice di modulare la pena in base alla concreta gravità della condotta, rischiando così di imporre sanzioni non proporzionate. Questo è particolarmente rilevante data la severità della pena prevista, con un minimo di sei anni di reclusione. La decisione mira a garantire che la pena sia proporzionata al disvalore del caso concreto, rispettando i principi costituzionali di ragionevolezza e finalità rieducativa della pena.


Rapporto numerico tra medici e assistiti

Con la sentenza 26 la Corte ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale, promosse dal Presidente del Consiglio dei ministri, di un articolo della legge della Regione Sardegna concernente disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria, che prevede l’innalzamento, nelle more dell’approvazione di un accordo integrativo regionale di categoria, del massimale da 1.500 pazienti fino al limite di 1.800 assistiti per ciascun medico di medicina generale. La sentenza ha dichiarato non fondate le questioni ravvisando la prioritaria finalità perseguita dal legislatore regionale di assicurare l’assistenza sanitaria di base ai cittadini di aree disagiate.


Reati procedibili a querela - Accompagnamento coattivo

La Corte, con la sentenza 164, ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 133, comma 1-bis, del codice di procedura penale, sollevate in riferimento agli articoli 24, 111 e 117 della Costituzione. La norma prevede l’esclusione del potere del giudice di disporre l’accompagnamento coattivo del querelante nei casi di remissione tacita di querela, quando consentita. Rigettando le questioni sottoposte dal Tribunale di Venezia, la Corte ha precisato che il divieto si applica solo quando la remissione tacita ha estinto il reato, mentre, qualora l’imputato abbia ricusato la remissione della querela, il giudice conserva il potere di ordinare l’accompagnamento coattivo del querelante, purché ricorrano i presupposti di carattere generale stabiliti dall’articolo 133, comma 1, del codice penale e cioè che il testimone, regolarmente citato o convocato, abbia omesso, senza un legittimo impedimento, di comparire in udienza.


Reclutamento dei medici - Concorsi pubblici

Con la sentenza 202 la Corte ha dichiarato illegittime le disposizioni con cui la Regione Puglia attribuiva all’Agenzia regionale per la salute e il sociale (AReSS) la gestione dei concorsi per l’assunzione del personale del Servizio sanitario regionale poiché contrastavano il principio fondamentale della materia “tutela della salute” che riserva alle aziende sanitarie, in ragione della loro autonomia imprenditoriale e organizzativa, la gestione dei concorsi per il reclutamento del relativo personale, nonché la gestione dei dirigenti medici e delle professioni sanitarie.


Regioni a statuto speciale - Equilibrio di bilancio

Nella sentenza 9 la Corte ha ribadito che le norme di attuazione degli statuti speciali hanno una natura autonoma rispetto alla legislazione ordinaria e garantiscono il coordinamento tra Stato e regioni a statuto speciale. La pronuncia ha dichiarato incostituzionale l’articolo 7 del decreto legislativo numero 158 del 2019, che consente il ripiano decennale di disavanzi regionali perché, ampliando indebitamente la capacità di spesa regionale a scapito dell’equilibrio della finanza pubblica, viola l’articolo 81, terzo comma della Costituzione.

Sempre in tema di regioni a statuto speciale, con la sentenza 145 la Corte ha stabilito che lo Stato può imporre, senza violare il principio pattizio, anche alle regioni a statuto speciale contributi per il risanamento della finanza pubblica, quantificandone l’importo complessivo e rimettendo agli accordi tra gli enti territoriali e lo Stato solo i criteri di ripartizione del contributo per determinare quanto dovuto da ciascun ente.


Responsabilità amministrativa - Temporanea esclusione

Con la sentenza 132 la Corte ha dichiarato che non è incostituzionale la temporanea esclusione, sino al 31 dicembre 2024, della responsabilità amministrativa per colpa grave dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti, introdotta dal legislatore per le sole condotte commissive. Il regime ordinario invece non potrà limitare al solo dolo la responsabilità amministrativa, per la quale, tuttavia, la Corte ha dichiarato di auspicare una complessiva riforma. La disciplina della responsabilità amministrativa va inquadrata nella logica della ripartizione del rischio dell’attività tra l’apparato e l’agente pubblico, al fine di trovare un giusto punto di equilibrio.


Rettificazione di sesso
Non estinzione dei diritti della coppia

Con la sentenza 66 la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, per violazione dell’articolo 2 della Costituzione, di una disposizione della legge sulle unioni civili, nella parte in cui stabilisce che la sentenza di rettificazione anagrafica di attribuzione di sesso determina lo scioglimento automatico dell’unione civile senza prevedere, laddove il richiedente la rettificazione e l’altra parte dell’unione rappresentino personalmente e congiuntamente al giudice, fino all’udienza di precisazione delle conclusioni, l’intenzione di contrarre matrimonio, che il giudice disponga la sospensione degli effetti derivanti dallo scioglimento del vincolo fino alla celebrazione del matrimonio e comunque non oltre il termine di centottanta giorni dal passaggio in giudicato della sentenza di rettificazione. Per l’indicato meccanismo, nel caso in cui uno dei componenti di una unione civile proponga domanda di rettificazione anagrafica di attribuzione di sesso, ed entrambi intendano proseguire la loro relazione trasformandola in matrimonio, i diritti della coppia non si estinguono nel periodo compreso tra la cessazione del vincolo pregresso e la celebrazione del matrimonio stesso.


Riforma Procedura Civile - Verifiche preliminari

Con la sentenza 96 la Corte si è pronunciata sulle questioni di legittimità costituzionale relative all’articolo 171-bis del codice di procedura civile, introdotto dalla “riforma Cartabia”, che prevede, nell’ambito della nuova disciplina del processo ordinario di cognizione, l’emanazione di un decreto di fissazione dell’udienza da parte del giudice, prima del deposito delle memorie illustrative delle parti e della comparizione delle stesse; decreto con cui il giudice, prima dell’udienza stessa e senza sentire le parti, decide in ordine alle “verifiche preliminari”.


Sindacato stringente sui privilegi

La sentenza 182 ha precisato che la Corte costituzionale, data l’evoluzione della coscienza sociale, non può esimersi da un sindacato particolarmente stringente su tutte quelle norme che, anche fuori dall’ambito delle agevolazioni fiscali, si dimostrano “fonte di arbitrari privilegi che non aiutano la coesione sociale”. Ha così invitato il legislatore della Provincia autonoma di Bolzano a rivedere un’esenzione troppo ampia dal pagamento del contributo di costruzione.


Spesa pubblica necessaria - Priorità per la sanità

La sentenza 195 ha ribadito che, di fronte a tagli lineari nella sanità, la Corte sin dal 2017 ha parlato di “spesa costituzionalmente necessaria”, per sottolineare che, in tempi di risorse limitate, non può essere sacrificata la spesa per il diritto alla salute, finché esistono risorse destinate a esigenze meno prioritarie. È quindi necessario ridurre le altre spese meno essenziali prima di toccare quelle destinate a garantire tale diritto fondamentale, che tutela anche le fasce più deboli, che non possono permettersi spese sanitarie private.


Spesa sanitaria - Regioni a statuto speciale
Equilibrio di bilancio

Con la sentenza 141 la Corte ha ribadito che i vincoli di spesa recati dalla legislazione statale, poiché funzionali a prevenire disavanzi di bilancio, a preservare l’equilibrio economico-finanziario del complesso delle amministrazioni pubbliche e a garantire l’unità economica della Repubblica, si applicano anche ai soggetti ad autonomia speciale, in quanto parte della finanza pubblica allargata. La Regione autonoma Sardegna, tuttavia, rientra negli enti ad autonomia speciale che provvedono integralmente al finanziamento del proprio Servizio sanitario regionale, senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato. In questa fattispecie, ossia laddove la spesa è interamente sostenuta dalla Regione autonoma, lo Stato non ha nessun titolo per dettare norme di coordinamento finanziario. Rigettando la questione di legittimità costituzionale, la Corte ha osservato che la Regione autonoma Sardegna neppure è sottoposta a piano di rientro dal disavanzo sanitario e che l’intervento impugnato è adottato al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e di ridurre i tempi di attesa.


Stranieri - Procedura di emersione - Reati di lieve entità

Con la sentenza 43 la Corte ha giudicato irragionevole e non conforme al principio di proporzionalità far discendere in via automatica il rigetto dell’istanza di emersione del lavoratore straniero irregolare da una precedente condanna per un reato di lieve entità, anziché dall’accertamento in concreto della sua attuale pericolosità. L’automatismo è apparso oltretutto incoerente con la stessa finalità della legge introdotta nel corso dell’emergenza pandemica, “ispirata all’istanza di favorire l’integrazione lavorativa e sociale di persone che con il proprio lavoro avevano contribuito […] ad apportare significativi benefici alla comunità dei consociati nel contesto dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”.


Sugar tax - Scelta ragionevole

Con la sentenza 49 la Corte ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale della norma che ha introdotto l’imposta sul consumo delle bevande analcoliche edulcorate (sugar tax). Nel respingere l’eccezione di incostituzionalità, la Corte ha ritenuto che la scelta disincentivante del legislatore – operata con l’introduzione della citata tassa – non risulta né irragionevole, né arbitraria, né ingiustificata quanto alla sua limitazione alle sole bevande edulcorate rispetto a prodotti alimentari di altro tipo. Tale imposta, infatti, è stata disegnata raccogliendo l’invito dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e sulla base di specifiche giustificazioni scientifiche che dimostrano che il legislatore ha fatto uso ragionevole dei suoi poteri discrezionali in materia tributaria.


Suicidio assistito - Trattamenti di sostegno vitale

Con la sentenza 135 la Corte ha nuovamente affrontato il tema del suicidio assistito di pazienti pienamente capaci di assumere decisioni responsabili ma affetti da patologie gravi e irreversibili, che producono loro sofferenze intollerabili. La Corte ha ribadito quanto già affermato nella sentenza 242 del 2019, e cioè che chi aiuta una persona che si trovi in queste condizioni a morire non è punibile soltanto se questa sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. La Corte ha precisato che per trattamento di sostegno vitale devono intendersi anche tutte quelle procedure che sono normalmente compiute da personale sanitario, ma che possono essere apprese da familiari o caregivers, la cui interruzione o la cui mancata esecuzione determini prevedibilmente la morte del paziente in un breve lasso di tempo.


Tenuità del fatto - Proporzionalità della pena

La sentenza 86 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale parziale dell’articolo 628 del codice penale nel caso in cui, per la natura, la specie, i mezzi, le modalità o le circostanze dell’azione, ovvero per la particolare tenuità del danno o del pericolo, il fatto risulti di lieve entità. Gli imputati avevano asportato dagli scaffali del supermercato generi alimentari e per assicurarsi il cibo avevano usato minacce e spinte nei confronti dei dipendenti del supermercato. Individualizzazione e finalità rieducativa della pena ostano all’irrogazione di sanzioni sproporzionate rispetto alla gravità concreta del fatto reato.


Tutele dei diritti fondamentali - Dialogo tra le corti

Con la sentenza 15 la Corte – dopo aver riconosciuto che, nel giudizio antidiscriminatorio, il giudice ordinario ben può disporre la modifica di un regolamento al fine di evitare in futuro il ripetersi della discriminazione – ha affermato, tuttavia, che, quando detta discriminazione trovi origine diretta nella legge, il giudice è tenuto a sollevare questione di legittimità costituzionale della stessa, per evitare che l’amministrazione sia costretta ad adottare atti regolamentari confliggenti con la legge non rimossa. Ciò vale anche qualora la normativa nazionale sia ritenuta in contrasto con il diritto dell’Unione europea. Il controllo di costituzionalità delle leggi, di competenza della Consulta, e la compatibilità della normativa interna con il diritto dell’Unione europea, affidato ai giudici nazionali e alla Corte di giustizia UE, non sono infatti in contrapposizione tra di loro, ma costituiscono un concorso di rimedi giurisdizionali tutti ugualmente diretti, con le proprie peculiarità, alla tutela dei diritti fondamentali.


Tutele del credito - Esecuzione forzata

Con la sentenza 160 la Corte ha ribadito che la garanzia della tutela giurisdizionale dei diritti assicurata dall’articolo 24 della Costituzione comprende anche la fase dell’esecuzione forzata, in quanto necessaria a rendere effettiva l’attuazione del provvedimento giudiziale. Ha pertanto dichiarato illegittima la norma che prevedeva, in caso di confisca edilizia degli immobili abusivi, l’estinzione del diritto di ipoteca iscritto dal terzo creditore sul bene, anche se non responsabile dell’abuso.


I giudici costituzionali nel Salotto verde di Palazzo della Consulta
I giudici costituzionali nel Salotto verde di Palazzo della Consulta

Gli assistenti di studio nella Biblioteca della Corte

Gli assistenti di studio, provenienti dalle magistrature o dalle università, coadiuvano i giudici nella fase istruttoria delle cause e nella redazione delle pronunce. Essi si riuniscono quindici giorni prima dell’udienza pubblica e della camera di consiglio per confrontarsi sulle questioni all’esame della Corte e riferiscono gli esiti della discussione ai rispettivi giudici.

FOCUS decisioni

Servizio studi
SENTENZE E COMUNICATI CITATI
Decisione Comunicato English version Legal summary
Adozioni - Età dei genitori
Sentenza n° 5
Affettività in carcere – Incontri e privacy
Sentenza n° 10
Appropriazione indebita – Entità della pena minima
Sentenza n° 46
Assicurazioni sulla vita – Termine di prescrizione
Sentenza n° 32
Attività strategiche – Tutela dell’ambiente
Sentenza n° 105
Autonomia differenziata – Incostituzionalità parziale
Sentenza n° 192
Braccialetto elettronico – Applicabilità nei piccoli centri
Sentenza n° 173
Condotte riparatorie – Termini processuali
Sentenza n° 45
Conformità fiscale – Albo e ruoli
Sentenza n° 144
Contratti pubblici – Stazioni appaltanti
Sentenza n° 174
Cura della fibromialgia – Ambulatori e screening
Sentenza n° 201
Daspo urbano (atto amministrativo) Provvedimento del Questore
Sentenza n° 47
Decretazione d’urgenza – Requisiti
Sentenza n° 146
Direttiva Bolkestein – Produzione idroelettrica
Sentenza n° 161
Diritti degli stranieri – Assegno sociale
Sentenza n° 29
Diritti degli stranieri extra UE – Accesso a mutui agevolati
Sentenza n° 53
Enti locali: incompatibilità affini e familiari
Sentenza n° 107
Fermo pesca – Tutela specie ittiche
Sentenza n° 16
Foglio di via (atto amministrativo) Provvedimento del Questore
Sentenza n° 203
Genere “altro” – Discrezionalità del Parlamento
Sentenza n° 143
Giudizio di conto – Ruolo dello Stato
Sentenza n° 59
Gratuito patrocinio procedura di liquidazione controllata
Sentenza n° 121
Impresa familiare – Diritti del convivente di fatto
Sentenza n° 148
Impresa energetiche – Contributo di solidarietà
Sentenza n° 111
Imu non dovuta – Immobili occupati
Sentenza n° 60
Incidenti sul lavoro – Responsabilità dei congiunti
Sentenza n° 48
Insindacabilità dei parlamentari – Libertà nel mandato e rispetto della dignità
Sentenza n° 104
Jobs Act – Tutela reintegratoria
Sentenza n° 22
Sentenza n° 128
Lavoro autonomo – Indennità di mobilità
Sentenza n° 38
Limite ai mandati consecutivi dei sindaci
Sentenza n° 196
Meccanismo del payback – Contributo per le imprese
Sentenza n° 140
Sentenza n° 139
Ncc e taxi: requisiti conducenti
Sentenza n° 183
Ncc: licenze rilasciate dai comuni
Sentenza n° 206
Ncc: regole della concorrenza
Sentenza n° 137
Non retroattività – Civiltà giuridica
Sentenza n° 4
Parità di genere – Concorsi forze di polizia
Sentenza n° 181
Pedopornografia – Modulazione della pena
Sentenza n° 91
Rapporto numerico tra medici e assistiti
Sentenza n° 26
Reati procedibili a querela – Accompagnamento coattivo
Sentenza n° 164
Reclutamento dei medici – Concorsi pubblici
Sentenza n° 202
Regioni a statuto speciale – Equilibrio di bilancio
Sentenza n° 9
Sentenza n° 145
Responsabilità amministrativa – Temporanea esclusione
Sentenza n° 132
Rettifica di sesso – Non estinzione dei diritti della coppia
Sentenza n° 66
Riforma procedura civile – Verifiche preliminari
Sentenza n° 96
Sindacato stringente sui privilegi
Sentenza n° 182
Spesa pubblica necessaria – Priorità per la sanità
Sentenza n° 195
Spesa sanitaria – Regioni a statuto speciale e equilibrio di bilancio
Sentenza n° 141
Stranieri – Procedura di emersione – Reati di leve entità
Sentenza n° 43
Sugar tax – Scelta ragionevole
Sentenza n° 49
Suicidio assistito – Trattamenti di sostegno vitale
Sentenza n° 135
Tenuità del fatto – Proporzionalità della pena
Sentenza n° 86
Tutele dei diritti fondamentali – Dialogo tra le corti
Sentenza n° 15
Tutele del credito – Esecuzione forzata
Sentenza n° 160