Roma - Palazzo della Consulta
Il volto della Corte
21 - 31 marzo 2019
"La Corte costituzionale è un organo collegiale, composto da quindici giudici di genere, formazione, professionalità, provenienza e orientamento culturale diversi. Un pluralismo di voci voluto dai Costituenti per rappresentare al meglio la realtà del Paese, con la quale la Corte si misura e sulla quale incide con le sue pronunce.
Valore prezioso, la collegialità. Ad essa si accompagna una dimensione corale, che vede coinvolti, oltre ai giudici, molti altri protagonisti, donne e uomini che vivono e operano nel Palazzo della Consulta. Anche grazie a loro, da 63 anni la Corte costituzionale pronuncia sentenze che, in molti casi, hanno profondamente cambiato la vita delle persone e della società, hanno cancellato norme odiose, hanno promosso nuovi diritti fondamentali. La collegialità, dunque, è la cifra della giustizia costituzionale e la dimensione corale è il volto della Corte.
Voglio citare, a questo proposito, le parole del mio predecessore Paolo Grossi. Il quale ha ricordato che questi altri protagonisti sono chiamati, “giorno per giorno”, con funzioni e ruoli diversi e in un continuo confronto, “non solo ad assicurare il miglior servizio, il miglior funzionamento di una macchina che “produce” decisioni”, ma anche “a contribuire, in un apparente anonimato, al lento processo di costruzione di una “mentalità costituzionale”, di una sensibilità, e persino di uno stile, orientati nel complesso, dentro e fuori le istituzioni, verso la convivenza più compatibile”.
Ecco perché è importante che i cittadini conoscano, insieme al Palazzo della Consulta, anche chi vive e lavora in questo Palazzo, tutt’altro che isolato e ovattato, ma operoso e animato. Ecco perché è nata la mostra fotografica Il volto della Corte, allestita in
Voglio citare, a questo proposito, le parole del mio predecessore Paolo Grossi. Il quale ha ricordato che questi altri protagonisti sono chiamati, “giorno per giorno”, con funzioni e ruoli diversi e in un continuo confronto, “non solo ad assicurare il miglior servizio, il miglior funzionamento di una macchina che “produce” decisioni”, ma anche “a contribuire, in un apparente anonimato, al lento processo di costruzione di una “mentalità costituzionale”, di una sensibilità, e persino di uno stile, orientati nel complesso, dentro e fuori le istituzioni, verso la convivenza più compatibile”.
Ecco perché è importante che i cittadini conoscano, insieme al Palazzo della Consulta, anche chi vive e lavora in questo Palazzo, tutt’altro che isolato e ovattato, ma operoso e animato. Ecco perché è nata la mostra fotografica Il volto della Corte, allestita in
occasione di due eventi importanti e ravvicinati: il 21 marzo l’annuale riunione straordinaria della Corte alla presenza delle più alte cariche dello Stato, seguita dal tradizionale incontro con la stampa; il 24 marzo l’apertura di Palazzo della Consulta alla cittadinanza in occasione delle giornate FAI di primavera 2019.
Si tratta di un’iniziativa inedita. Un omaggio al multiforme volto della Corte ma soprattutto un ulteriore strumento per farla conoscere. In questo senso la mostra si inserisce nel solco delle altre iniziative prese negli ultimi due anni, prima fra tutte il Viaggio in Italia, nelle Scuole e nelle Carceri. Da un lato, la Corte esce dal Palazzo; dall’altro lato, apre le porte del Palazzo. In entrambi i casi per comunicare con il Paese, per conoscere e farsi conoscere.
Lo storico dell’arte Claudio Strinati ha ricordato che il Palazzo della Consulta ha un forte significato simbolico: Ferdinando Fuga lo progettò nel 1731 con l’idea che dovesse rappresentare la razionalità, l’armonia, l’accoglienza, il dialogo con la piazza prospiciente, ovvero con la cittadinanza. È una chiave di lettura non solo artistica – ha spiegato Strinati – ma “politica, sociale, ideologica”. D’altra parte, l’accoglienza è un po’ la metafora della condivisione del sentimento costituzionale e dei valori che lo nutrono.
Il volto della Corte, dunque, è il volto dell’accoglienza, ben rappresentato, oltre che dal Palazzo della Consulta, anche dalla passione e dall’impegno di tutti coloro che “abitano” nel Palazzo e che contribuiscono ad accrescere la coscienza del nostro stare insieme."
Presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi
Si tratta di un’iniziativa inedita. Un omaggio al multiforme volto della Corte ma soprattutto un ulteriore strumento per farla conoscere. In questo senso la mostra si inserisce nel solco delle altre iniziative prese negli ultimi due anni, prima fra tutte il Viaggio in Italia, nelle Scuole e nelle Carceri. Da un lato, la Corte esce dal Palazzo; dall’altro lato, apre le porte del Palazzo. In entrambi i casi per comunicare con il Paese, per conoscere e farsi conoscere.
Lo storico dell’arte Claudio Strinati ha ricordato che il Palazzo della Consulta ha un forte significato simbolico: Ferdinando Fuga lo progettò nel 1731 con l’idea che dovesse rappresentare la razionalità, l’armonia, l’accoglienza, il dialogo con la piazza prospiciente, ovvero con la cittadinanza. È una chiave di lettura non solo artistica – ha spiegato Strinati – ma “politica, sociale, ideologica”. D’altra parte, l’accoglienza è un po’ la metafora della condivisione del sentimento costituzionale e dei valori che lo nutrono.
Il volto della Corte, dunque, è il volto dell’accoglienza, ben rappresentato, oltre che dal Palazzo della Consulta, anche dalla passione e dall’impegno di tutti coloro che “abitano” nel Palazzo e che contribuiscono ad accrescere la coscienza del nostro stare insieme."
Presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi
Dal 21 al 31 marzo 2019 il Palazzo della Consulta è stato aperto alla cittadinanza che - in giorni prefissati - ha potuto visitare alcune storiche stanze del piano nobile, lungo le quali si articolata la mostra fotografica “Il volto della Corte”: un’inedita narrazione della Corte costituzionale attraverso 60 fotografie delle donne e degli uomini che lavorano nel Palazzo della Consulta insieme ai giudici costituzionali.
La mostra è stata organizzata dalla Corte costituzionale in occasione di due eventi importanti e ravvicinati: il 21 marzo l’annuale Riunione straordinaria della Corte, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, seguita dal tradizionale incontro con la stampa; il 24 marzo l’apertura del Palazzo della Consulta alla cittadinanza, per le giornate FAI di primavera 2019. Si è poi deciso di protrarre la visita del Palazzo e della mostra anche nella settimana successiva.
La mostra è stata organizzata dalla Corte costituzionale in occasione di due eventi importanti e ravvicinati: il 21 marzo l’annuale Riunione straordinaria della Corte, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, seguita dal tradizionale incontro con la stampa; il 24 marzo l’apertura del Palazzo della Consulta alla cittadinanza, per le giornate FAI di primavera 2019. Si è poi deciso di protrarre la visita del Palazzo e della mostra anche nella settimana successiva.
Le foto
Scatti del fotografo Luigi Narici
La mostra
Attimi delle giornate del FAI
Il video
Un estratto della trasmissione Porta a porta sulle Giornata del FAI alla Consulta